MP3:Come e quanto cambia la musica

Scritto da Gianluca Spadaccini

La rincorsa tra nuove tecnologie di riproduzione audio/video e la difesa dei diritti d'autore è tornata d'attualità negli ultimi mesi.

E' infatti recente la decisione della Corte Federale degli Stati Uniti che ha assolto la Diamond Multimedia www.diamondmm.com dichiarando che l'ormai celebre riproduttore di file mp3 RIO 3000, non viola le leggi federali anti-pirateria.

L'mp3 (Mpeg 1 Audio layer 3) realizzato dalla Moving Picture Expert Group, è un software progettato per la compressione di file musicali che consente una maggiore facilità e fedeltà di trasmissione audio che riduce un brano di quasi dodici volte fino a poco più di 5 MB (rispetto ai 50/60 MB dei sistemi precedenti), rendendo possibile il download e conseguentemente la circolazione dei brani anche fuori dalla rete, il brano viene quindi compresso da chi lo immette nella rete e conseguentemente decompresso dall'utente.

Che la situazione su questi temi fosse in grande evoluzione e potenzialmente pericolosa per il mercato discografico, lo dimostrò la velocissima redazione ed emanazione negli USA del Digital Millennium Copyright Act pubblicato nell'ottobre del 1998: contenente una serie di leggi che andavano a regolamentare e tutelare il diritto d'autore per la musica venduta in formato compresso, che cercò di porre un immediato argine alla diffusione dell'uso del formato mp3.

Ciononostante non si poté evitare il boom di interesse presso gli utenti che preoccupò immediatamente gli autori e gli editori musicali i quali si videro sistematicamente violati i loro diritti commerciali.

A complicare lo scenario intervenne alcuni mesi dopo la pubblicazione del Digital Act la Diamond Multimedia (a breve seguita da altre aziende) che progettò e realizzò un sistema di lettore chiamato RIO al prezzo di circa L. 300.000 che con le stesse dimensioni di un normale walkman consentiva dopo averlo collegato alla "porta della stampante" del proprio computer di prelevare un ora di musica in formato mp3 e ascoltarla anche lontano dal proprio PC.

Uno strumento che consentiva di riprodurre a costo praticamente nullo per un numero potenzialmente illimitato di copie e garantendo la stessa qualità dell'originale duplicato apriva inevitabilmente il campo a milioni di potenziali contraffattori facilitati nel commettere violazioni del diritto d'autore.

Le industrie discografiche americane, infatti, non rimasero inattive e si rivolsero ad un tribunale federale attraverso la RIAA -Recording Industry Association of America- (la SIAE americana) appellandosi al Digital Act del 1998 e all'Audio Home Recording Act del 1992 che fa espresso riferimento alle tecniche di registrazione privata.

Tale legge emanata all'epoca della diffusione dei riproduttori digitali DAT prevede il pagamento di una percentuale inerente il diritto d'autore per ogni registratore venduto.

In tal modo l'industria discografica sperava di poter ricavare dei profitti dalla vendita del lettore RIO, visto che tentare di arginare il fenomeno mp3 direttamente nella rete appariva di difficile se non impossibile attuazione se non a costi enormi.

Il ricorso come detto è stato perduto ed ora la RIAA sarà costretta a fronteggiare un ricorso incidentale intentato dalla Diamond Multimedia per violazione della normativa antitrust e per la campagna diffamatoria che la compagnia ha condotto per scoraggiare le varie compagnie discografiche a boicottare l'mp3.

Sono ormai decine i siti Internet che consentono il prelievo gratuito del file di lettura (ad es. winamp) www.winamp.com a cui poi si aggiungono i numerosi motori di ricerca www.audiofind.com attraverso i quali i visitatori possono trovare sia siti ufficiali di gruppi musicali ed etichette discografiche che promuovono i loro prodotti nella rete come fanno su qualunque radio, sia i cosiddetti siti underground, ovvero dei moltissimi siti casalinghi che sono in grado con pochissima spesa iniziale e grazie a file anch'essi liberamente prelevabili da Internet di immettere intere discografie in rete e che rappresentano il vero problema, se è vero quello che gli statistici della rete affermano: la chiave "mp3" è la più digitata nei motori di ricerca dopo "Sex".