Lo sviluppo del mercato della televisione in mobilità e le questioni regolamentari connesse all’avvento del digitale

Scritto da Piervincenzo Spasaro

La novità di maggiore rilievo che ha interessato negli ultimi mesi i mercati delle comunicazioni e dei nuovi media concerne l'avvento della cosiddetta “ Mobile Tv ”, ovvero la possibilità di trasmettere contenuti di tipo audiovisivo attraverso telefoni cellulari.
A seguito di una standardizzazione internazionale registratasi alla fine del 2004, attualmente ciò può avvenire attraverso la tecnologia DVB-H, la quale consente di : a) minimizzare il consumo di potenza e la durata della batteria del terminale mobile; b) limitare la interruzione del segnale in caso di spostamento del terminale in area servita da diversa frequenza; c) ottimizzare la ricezione del segnale in mobilità ed in aree a copertura problematica; d) migliorare la flessibilità al fine di garantire diversi livelli di qualità del programma ricevuto.
Da mesi, gli operatori del settore, sia italiani che esteri, stanno procedendo ad investimenti di notevole rilievo, al fine di poter avviare il processo d'introduzione sul mercato della nuova tecnologia, che si ritiene divenga “di massa”, nel nostro e negli altri Paesi, tra il 2007 ed il 2008.
Dal punto di vista regolamentare, a seguito di una consultazione pubblica avviat a nel novembre del 2005 , l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con delibera n. 266/06/CONS del maggio del 2006 , è intervenuta a dettare una disciplina specifica in relazione alla fase di avvio del mercato della programmazione televisiva in mobilità .
Il provvedimento è volto a fornire una prima regolamentazione al fine di consentire agli operatori di avviare i servizi in tecnologia DVB-H, nell' attesa dell a evoluzione del quadro normativo comunitario , nonché dell'attuazione del Piano delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale , con espressa riserva di riesame delle disposizioni ivi previste in bas e all a evoluzione del mercato della televisione mobile .
La ratio alla base del provvedimento appare risiedere nella considerazione per cui , alla luce del principio di neutralità tecnologica, ai soggetti che effettuano trasmissioni televisive digitali terrestri verso terminali mobili risulta opportuno applicare la medesim a disciplina prevista dalla normativa legislativa e regolamentare vigente rispettivamente per i fornitori di contenuti televisivi in tecnica digitale terrestre, per gli operatori di reti digitali terrestri e per i fornitori di servizi digitali terrestri .
In una simile ottica , si è ritenuto opportuno consentire la destinazione di parte delle frequenze attualmente pianificate per le trasmissioni in tecnica digitale terrestre (che si avvalgono dello standard DVB-T) ad un impiego in condivisione con la nuova tecnologia per la televisione mobile .
Più specificamente , i soggetti già titolari di autorizzazione per la fornitura di contenuti conseguita ai sensi del regolamento n. 435/01/CONS , ovvero già autorizzati alla diffusione di contenuti televisivi via cavo o via satellite , i quali abbiano intenzione di diffondere trasmissioni televisive digitali terrestri verso terminali mobili, si intendono autorizzati a tale offerta previa presentazione di apposita dichiarazione al Ministero delle comunicazioni .
Nei confronti de i soggetti i quali diffondano trasmissioni televisive digitali terrestri verso terminali mobili , inoltre, saranno applicabili le medesime disposizioni contemplate nel regolamento e nel Testo unico della radiotelevisione per i fornitori di contenuti televisivi, ivi inclu se quelle relative ai limiti alle autorizzazioni alla fornitura di contenuti, alle norme in materia di diritto d'autore, agli obblighi di trasparenza e non discriminazione, a quelli a tutela del pluralismo e della concorrenza .
In una prospettiva di medio/lungo termine, d'altronde, appare essenziale un quadro regolamentare che consenta lo sviluppo del nuovo mercato ed una equilibrata competizione tra i soggetti interessati; ciò, in primis , per quanto concerne l'accesso alle risorse frequenziali necessarie, oltre che, analogamente, i diritti relativi all'utilizzo dei contenuti su piattaforme wireless .
Nel frattempo, potrebbero essere definiti i criteri per consentire l'accesso alla capacità dei multiplex es (reti) DVB-T, da parte dei players operanti in tecnologia DVB-H, anche a soggetti non attivi nel mercato televisivo tradizionale ma interessati a realizzare sistemi trasmissivi per la Mobile Tv .
In tal senso, appare di notevole interesse lo schema di regolamento per l'allocazione del 40 per cento della capacità trasmissiva nei multiplex digitali di Rai, Mediaset e Telecom Italia Media, approvato e sottoposto a consultazione pubblica dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con delibera n. 663/06/CONS, al fine di favorire il pluralismo e di accelerare la transizione al digitale terrestre.
Il provvedimento, allo scopo di accelerare le condizioni per un'offerta uniforme in chiaro su tutto il territorio nazionale attrattiva in termini di nuovi contenuti, prevede l'istituzione di una commissione di esperti, nominata dall'Autorità e dal Ministero delle Comunicazioni, che assegnerà, tramite una procedura competitiva, la capacità trasmissiva agli editori indipendenti e agli operatori di rete che richiedano il completamento della copertura delle proprie reti.
La graduatoria, approvata dall'AGCom, valorizzerà la qualità dei programmi, al fine di promuovere l'accesso dei soggetti nuovi entranti nel mercato digitale terrestre sulle diverse piattaforme tecnologiche.

Nota: per una trattazione più ampia delle tematiche sopra accennate, si rinvia a: A. Stazi, “Mercati emergenti fra convergenza tecnologica e concorrenza. Il caso della televisione in mobilità”, con prefazione di Vincenzo Zeno-Zencovich e postfazione di Corrado Calabrò, Giuffré, 2006.