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Risoluzione del governo cubano restringe l’utilizzo di Internet

Scritto da Francesco Affinito

La scorsa settimana è entrata in vigore a Cuba la risoluzione 180/2003 che regola l'accesso e l'utilizzo di Internet nell'isola caraibica.

Il documento, come sottolineato dal Ministro dell'Informatica e delle Comunicazioni, vieta l'acceso ad Internet con linee telefoniche pagate in moneta nazionale e lo subordina al pagamento in dollari. A tal fine la normativa in questione  prevede "l'impiego di tutti i metodi tecnici necessari per permettere di localizzare ed impedire l'accesso al servizio di navigazione via Internet da linee telefoniche che operano con moneta nazionale".

La prima critica che può essere sollevata riguarda sicuramente il pagamento in dollari. A Cuba, infatti, circolano tre tipi di moneta: il pesos, che è la moneta nazionale e vale 1/26 di dollaro; il peso convertibile, che ha lo stesso valore del dollaro; il dollaro, che è la moneta utilizzata dai milioni di turisti che ogni anno visitano questo paese. La moneta statunitense ha per il popolo cubano un valore estremamente grande così da rendere quasi impossibile il pagamento per accedere ad Internet. Tuttavia anche in possesso dei dollari, il cittadino cubano dovrà essere espressamente autorizzato all'accesso.

Tali critiche sono state mosse soprattutto dagli organismi umanitari. Amnesty International, per citare l'esempio più eclatante, il giorno seguente all'entrata in vigore della nuova legge, ha espresso in una nota (vedi www.amnesty.org) il proprio dissenso per queste nuove misure che colpiscono l'utenza "non ufficiale" di Internet e che costituiscono, così continua il comunicato, "un ulteriore tentativo di escludere la popolazione cubana dall'accesso a idee alternative e a spazi in cui discuterne. Il timore è quello che lo scopo effettivo sia quello di "impedire le verifiche sulla situazione dei diritti umani nell'isola, attraverso la limitazione del flusso di informazioni verso l'estero".

Il governo cubano ribatte a tutto ciò sottolineando che la norma nasce dalla necessità di regolare l'accesso dial-up ad Internet, adottando tutte quelle misure che aiutino a proteggere dai furti delle password, atti illegali, e uso fraudolento e non autorizzato di questo servizio.

La risoluzione tenderebbe, dunque, a limitare il mercato nero fiorito intorno alla rete e combattuto strenuamente dal governo cubano, dalle cui stime risulta che soltanto quaranta mila cubani hanno  l'accesso ufficioso contro le centinaia di migliaia di utenti esistenti nell'isola.

La situazione alla luce della nuova legge è fortemente limitativa per l'utilizzo e lo sviluppo di Internet a Cuba: pagamento in dollari, acceso assicurato solamente a medici e funzionari statali, per gli studenti e i lavoratori il solo utilizzo del servizio mail assicurato da Intranet, per gli altri concessioni speciali oppure uso a tempo. L'E-net, l'Internet Service Provider di proprietà della compagnia telefonica cubana Etecsa, infatti, rispettando i dettami della nuova normativa, ha lanciato sul mercato un nuovo servizio: tutti i cubani che non saranno autorizzati ad acquisire l'accesso ad Internet, potranno comunque continuare ad accedere con il servizio telefonico ordinario tramite l'acquisto di schede prepagate. I tanti turisti e le aziende presenti a Cuba continueranno ad essere autorizzati all'utilizzo di Internet anche se ad un costo nettamente più alto rispetto al passato.