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Nulla di fatto per l’assegnazione della sede dell’Autorità alimentare europea

Scritto da Carlo Busdraghi

Il commissario europeo per la salute, David Byrne, ha espresso, nei giorni scorsi, il suo rammarico per la mancata designazione della sede dell'Autorità alimentare europea.

In lizza, come noto, le candidature autorevoli di Parma ed Helsinki.

Principio ispiratore della decisione definitiva, come ricordato dallo stesso Byrne, dovrebbe essere il criterio della funzionalità; in virtù del quale la scelta dovrebbe ricadere su di una sede ubicata in posizione centrale rispetto all'assetto geografico della Comunità, in modo da favorire la celerità nei rapporti tra l'esperto dei rischi, il responsabile della gestione degli stessi e tutte le altre componenti interessate a livello comunitario. A tal fine, sarà necessario che la sede risulti facilmente raggiungibile dai membri del Comitato Scientifico nonché dai vari esperti provenienti dai diversi paesi dell'Unione.

L'Authority, insediata provvisoriamente a Bruxelles, a causa del protrarsi del ritardo si trova, di fatto, impossibilitata ad assumere e mantenere in organico il personale altamente specializzato necessario al buon funzionamento della struttura.

Tale situazione, ha indotto il Parlamento Europeo a 'congelare' una parte cospicua del bilancio previsto per l'Autorità. Infatti, gli Europarlamentari hanno negato il proprio placet all'utilizzo del 50% dei fondi stanziati per il suo funzionamento.

Urge una decisione definitiva anche alla luce della nuova normativa, adottata dalla Commissione U.E., in materia di controlli sulle derrate alimentari e sui mangimi per animali.

Le nuove misure, tendenti ad incrementare ed armonizzare i vari sistemi di controllo, prevedono un inasprimento delle sanzioni in caso di alterazione e conseguente commercializzazione dei prodotti in questione, ed il conseguente reato verrà considerato fattispecie a rilevanza penalistica.

L'Ufficio alimentare e veterinario della Commissione sarà il coordinatore del nuovo sistema così introdotto, ed avrà il compito di predisporre ispezioni supplementari soprattutto verso paesi terzi, onde poter controllare, con maggiore efficacia, la qualità dei loro prodotti.

La direttiva in esame, si pone in stretta correlazione con la decisione dei Ministri dell'agricoltura di mettere al bando, a partire dal primo Gennaio 2006, l'utilizzo degli antibiotici nei mangimi, che hanno costituito la genesi dei fenomeni, tristemente noti, della mucca pazza e del pollo alla diossina.