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Non spetta agli stati gestire e controllare internet

Scritto da Federica Giansante

In occasione del Summit mondiale delle Nazioni Unite sulla Società dell'Informazione, che vede impegnato il Governo italiano quale Presidente di turno dell'Unione Europea, il Ministro dell'Innovazione e delle Telecomunicazioni L. Stanca, nel confermare le posizioni dell'Italia e dell'Unione Europea, ha dichiarato che è indubbiamente giusto che i Governi siano impegnati in prima linea nella risoluzione di problemi che riguardano l'interesse pubblico, ma che, d'altra parte, non spetta a questi "gestire e controllare Internet".
La prima fase del World Summit on the Information Society (la seconda si terrà a Tunisi nel 2005) si sta svolgendo in questi giorni a Ginevra: il vertice ha come obiettivo lo sviluppo di una visione comune della Società dell'Informazione, richiesta dal ruolo fondamentale che le nuove tecnologie hanno assunto all'interno della nostra società. Il Summit prevede la partecipazione dei Governi delle Nazioni Unite, degli esponenti di organizzazioni governative e non, e dei privati appartenenti al mondo imprenditoriale internazionale; essi affronteranno delicate questioni riguardanti le applicazioni delle nuove tecnologie dell'Informazione, della Comunicazione ed in particolare di Internet. L'iniziativa è molto importante per il fatto che, per la prima volta, verranno analizzati a livello globale i mutamenti economico politici e le problematiche sociali che scaturiscono dalla diffusione di massa delle nuove tecnologie di comunicazione. Tra i punti all'ordine del giorno si annoverano l'Internet Governance, con l'individuazione del soggetto più appropriato per la gestione internazionale di Internet; il pluralismo dell'informazione e la libertà di accesso e di utilizzo all'informazione stessa; l'individuazione delle modalità, anche economiche, finalizzate a colmare il Digital Divide, divario digitale, esistente tra il Nord e il Sud del mondo; la trasformazione della conoscenza in merce attraverso brevetti e copyright; l'individuazione delle migliori strategie che favoriscano uno sviluppo coerente della società digitale del futuro.
Di particolare interesse, ai nostri fini, è il tema dell'Internet Governance: al riguardo, come è stato affermato dal Ministro L. Stanca, si contrappongono due visioni; la prima che vede il ruolo dei Governi limitato esclusivamente alle politiche pubbliche della tutela degli interessi collettivi; l'altra che, vorrebbe un intervento più capillare e centralizzato da parte di organismi governativi. Il progetto prevede l'affidamento ad un organismo intergovernativo, l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT), dipendente dall'ONU, alcune delle competenze più significative della gestione della rete, quali l'amministrazione dei domain names e la lotta contro lo spam. La Cina e Cuba sono tra i sostenitori del progetto, insieme ad altri Paesi in via di sviluppo, per il fatto che l'organismo rinforzerebbe il ruolo negli Stati nella gestione di Internet. Ad onor del vero è ad oggi esistente un organismo di regolazione di Internet, l'ICANN (International Corporation for Assigned Names and Numbers), che ha il compito di supervisionare la gestione dei domini che terminano con i suffissi .com, .biz, .org, .edu, attraverso un controllo limitato alle questioni tecniche ed alla creazione di un sistema che consenta di risolvere i conflitti in materia. Tuttavia l'ICANN ha subito molte critiche per il fatto di essere, secondo i più, troppo dipendente dal governo degli Stati Uniti e di trascurare gli interessi dei Paesi in via di sviluppo.
Il problema è riuscire a trovare una linea comune d'azione che dovrà fare i conti con il fatto che la rete ha trovato il modo di svilupparsi proprio grazie a meccanismi svincolati dai governi, dalla politica e da legami con gli ordinamenti dei singoli stati: di conseguenza, mi sembra giustificato il timore di assoggettare le decisioni che in qualche modo la riguardano ad organismi burocratici e politici. Una delle caratteristiche fondamentali di Internet è la "delocalizzazione" o a- territorialità, intesa come possibilità di svolgere una qualsiasi attività a prescindere da limiti spaziali: l'avvento stesso di Internet ha messo in crisi la nozione di confine, creando un'area in cui è consentito agli utenti di infrangere le barriere temporali, spaziali e culturali. Inoltre, è possibile che nel caso in cui si abbia a che fare con un conflitto internazionale sulla rete, può accadere che, pur essendo individuato il responsabile dell'illecito, esso possa sottrarsi alle sanzioni del caso, se ha commesso l'illecito in uno Stato in cui la normativa applicabile alla fattispecie sia meno severa di quella applicabile nello Stato in cui risiede il soggetto che ha subito le conseguenze della violazione.
Questo è il motivo per cui è auspicabile un coordinamento tra gli ordinamenti dei Paesi volta all'armonizzazione delle singole discipline esistenti, le quali, altrimenti, rischiano di diventare del tutto insufficienti.