di Massimo Farina, Giappichelli Editore (aprile 2011)
I contratti stipulati tra una software house (o un singolo programmatore/autore) ed un committente (o un semplice consumatore/acquirente) si presenta nella duplice forma di "licenza d'uso" (per soluzioni pacchettizzate) e di "contratto di sviluppo software" (per il committente che ha necessità di un prodotto software personalizzato). In dottrina ed in giurisprudenza, sussistono posizioni discordanti sull'inquadramento negoziale delle suddette fattispecie, nonché sulla disciplina, ad esse, applicabile. L'atipicità dei contratti del software, stimola l'interprete a ricercarne gli elementi caratteristici all'interno delle fattispecie tipiche più diffuse: l'appalto, il contratto d'opera, la vendita e la locazione. Spesso, però, i contratti di sviluppo dei programmi per elaboratore (ovvero, quelli stipulati per la distribuzione degli stessi beni) contengono, contemporaneamente, elementi comuni a più fattispecie tipiche e ciò aggrava il lavoro dell'interprete, soprattutto nell'individuazione della disciplina applicabile.
L'opera raccoglie le principali linee guida per il corretto inquadramento delle fattispecie negoziali di sviluppo e di distribuzione del software e rappresenta un'utile guida per la corretta redazione dei suddetti contratti. Inoltre, analizza aspetti particolari, quali il regime di responsabilità applicabile al fornitore del software, nonché le problematiche inerenti la titolarità dei programmi per elaboratore.